Convegni

Coltiviamo la Sicurezza

Il Convegno del 28 Aprile 2018 ha avuto come tema di riflessione e discussione quello della salute e sicurezza dei lavoratori, con specifico riferimento a quelli occupati nel comparto agricolo.

Il 28 Aprile è una data di fondamentale importanza poiché si celebra la giornata mondiale della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tale appuntamento è il frutto dell’apprezzabilissimo impegno che governi, datori di lavoro e lavoratori stessi impiegano nel promuovere un ambiente di lavoro sicuro e salubre attraverso la massima priorità riconosciuta al principio di prevenzione.
Si è voluto riflettere sul comparto agricolo in quanto esso rappresenta il comparto economico primario e più antico, foriero della nascita della nostra civiltà e sicuramente fondamentale per la sua prosecuzione. Inoltre, settore trainante dell’economia del nostro Paese è quello agroalimentare che riconosce alle produzioni locali e tradizionale il giusto rilievo.
E’ per questo che, in un’ottica di comparto agricolo multifunzionale, diventa essenziale nella filiera agricola imporre la giusta applicazione delle norme di prevenzione e protezione in quanto direttamente connesse alla sicurezza alimentare e dei beni prodotti.
Sulla scorta di tale affermazione è possibile anzi inevitabile vantare il “made in Italy” come vera garanzia di qualità delle produzioni agricole, ortofrutticole, zootecniche.
Si è prescelto questo tema in considerazione dell’incremento degli investimenti nel comparto agricolo, basta pensare all’ agricoltura biologica per cui l’Italia risulta capofila all’ interno dell’Unione Europea per avere il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici. Nonostante sia possibile riscontrare una progressiva automazione delle lavorazioni, coloro i quali si dedicano alle lavorazioni agricole sono in continua crescita. Pertanto, il lavoro agricolo si conferma un’attività pericolosa, faticosa ed usurante durante la quale si registrano infortuni, anche con esito fatale, ed un numero crescente di malattie professionali.
Tali dati pervengono dall’ Inail secondo cui nel 2015 le patologie oggetto di denuncia sono il doppio rispetto al 2010.

Durante il Convegno ci si propone di inquadrare l’attività di tutela di lavoratori ed aziende attraverso la descrizione del sistema giuridico normativo esistente, con espresso riferimento a progetti e campagne di prevenzione.

Vi è stato, a dieci anni dall’emanazione del Testo Unico sulla Sicurezza, una riflessione sulla ratio dello stesso nei termini in cui prevede:

  • la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza
  • la programmazione ed adozione di tecniche produttive migliorative
  • la programmazione delle misure opportune per il miglioramento dei livelli di sicurezza
  • l’eliminazione o riduzione dei rischi in base al progresso tecnico
  • la corretta ed adeguata formazione ed informazione dei lavoratori
  • la limitazione dei lavoratori esposti al rischio
  • la limitazione dell’impiego di agenti chimici, biologici e fisici
  • l’adozione delle misure di protezione collettive
  • il controllo sanitario periodico dei lavoratori
  • l’adeguamento delle misure di primo soccorso, antincendio ed evacuazione
  • l’uso dei segnali di avvertimento e sicurezza
  • la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature ed impianti

Riflettendo sulle peculiarità della manodopera agricola e sui principali rischi del comparto stesso diventa preminente riflettere e conoscere le problematiche di salute e sicurezza dei lavoratori che si riconnettono all’ uso dei prodotti fitosanitari, l’esposizione ad agenti biologici, al sovraccarico biomeccanico, all’ impiego di macchinari agricoli. Parallelamente verranno elencati e specificati gli indumenti e i Dispositivi di Protezione Individuale obbligatori ed idonei alla prevenzione degli infortuni:

  • guanti
  • calzature di sicurezza
  • protezione del capo
  • protezione degli occhi
  • protezione del viso e dell’udito
  • protezione del corpo e delle vie respiratorie

In un’ottica di sicurezza come cultura e non come mero onore legislativo ci si auspica di trasmettere il principio secondo cui il primo soggetto preposto alla sorveglianza e al controllo dell’utilizzo dei Dpi sia il datore di lavoro. Infatti, è proprio il codice civile che all’ art. 2087 impone al datore di lavoro di adottare nell’ esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica, e la personalità morale dei prestatori di lavoro.
Il d. lgs. 81/ 2008, inoltre, impone al datore di lavoro:

  • la valutazione dei rischi
  • la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e degli addetti al pronto soccorso e alle emergenze
  • la nomina del medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria
  • la fornitura di idonei dispositivi di protezione individuali
  • la formazione e l’informazione e l’addestramento dei lavoratori.

Rapportando tale dettato normativo alla società odierna che propone un fenomeno sempre più rilevante dell’ impiego di manodopera straniera e del lavoro stagionale, non si può prescindere dal decreto interministeriale del 27/03/2013, emanato in attuazione dell’art. 3, c. 13 del d.lgs. 81/2008, che semplifica gli obblighi del datore di lavoro in relazione alla formazione- informazione ed al controllo sanitario per i lavoratori stagionali che non superano le 50 giornate in un anno di lavoro in agricoltura.

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